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Programma di lavoro 2025 della Commissione europea

13 Febbraio 2025

Analisi del programma di lavoro 2025 della Commissione europea

L’11 febbraio, la Commissione europea ha pubblicato il suo programma di lavoro annuale, delineando le priorità politiche e legislative per l’anno a venire. Questo documento riflette gli impegni della nuova Commissione – insediatasi nel dicembre 2024 – come definiti nelle Linee guida politiche e nelle lettere di incarico inviate dalla Presidente Ursula von der Leyen ai Commissari. La nostra analisi del programma evidenzia le principali priorità relative alla giustizia sociale, all’equità, all’uguaglianza, ai diritti delle persone con disabilità, all’occupazione, alla demografia e all’assistenza, individuando al contempo lacune significative nell’agenda proposta.

Comprendere il programma di lavoro della Commissione

Ogni anno, la Commissione europea adotta il suo programma di lavoro annuale, presentando le principali iniziative legislative, le proposte in sospeso dall’anno precedente e i ritiri previsti. Una volta adottato, il programma viene presentato in sessione plenaria del Parlamento europeo e al Consiglio Affari Generali. Questo documento costituisce la base per le discussioni tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, portando a una Dichiarazione congiunta delle priorità legislative per il 2025 e alle Conclusioni congiunte per il mandato in corso.

Priorità chiave del programma di lavoro 2025

Rafforzare la competitività europea e il mercato unico

Uno dei pilastri centrali del programma di lavoro 2025 è il rafforzamento della competitività europea, soprattutto nel contesto delle transizioni verde e digitale. La Bussola della competitività guiderà gli sforzi della Commissione per modernizzare il mercato unico, sfruttandone appieno il potenziale e facilitando il commercio transfrontaliero di beni e servizi. Inoltre, la revisione delle norme sugli appalti pubblici dell’UE offre l’opportunità di integrare criteri più responsabili dal punto di vista sociale in tutti gli Stati membri.

Giustizia sociale, occupazione e sviluppo delle competenze

La Commissione ribadisce il suo impegno per la giustizia sociale attraverso diverse iniziative non legislative. Entro la fine dell’anno, pubblicherà un nuovo Piano d’azione per il Pilastro europeo dei diritti sociali, riaffermando il suo impegno nella riduzione della povertà, sebbene non venga menzionata esplicitamente una strategia specifica per la lotta alla povertà.

Un’iniziativa chiave, l’Unione delle competenze, mira a rispondere alla carenza di manodopera e competenze, garantendo alle imprese l’accesso a lavoratori qualificati e dotando gli individui delle competenze necessarie per un mercato del lavoro in rapida evoluzione. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso un’istruzione di qualità, inclusiva, nonché tramite la formazione e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita.

Inoltre, la Commissione intende promuovere un’occupazione di qualità migliorando le condizioni di lavoro, rafforzando le norme di salute e sicurezza e consolidando i diritti alla contrattazione collettiva. Questi obiettivi saranno raccolti nella Tabella di marcia per lavori di qualità, sebbene non siano previste misure legislative vincolanti.

Nonostante il riconoscimento di problemi come l’aumento del costo della vita e le disuguaglianze abitative, il programma non menziona il Piano europeo per un alloggio accessibile, una priorità chiave del nuovo mandato della Commissione.

Difesa della democrazia, promozione dell’uguaglianza e dialogo sociale

L’iniziativa Scudo della democrazia mira a proteggere le istituzioni democratiche, ponendo l’accento sulla tutela delle organizzazioni della società civile. L’uguaglianza di genere rimane una priorità, con la preparazione di una Tabella di marcia per i diritti delle donne, che si basa sui progressi realizzati in materia di trasparenza salariale, equilibrio di genere nei consigli di amministrazione, conciliazione vita-lavoro e protezione contro la violenza di genere.

Un Patto per il dialogo sociale mirerà a rafforzare il ruolo delle parti sociali nelle transizioni ecologica, digitale e sociale dell’Europa. Tuttavia, nonostante l’impegno della Commissione per integrare l’uguaglianza in tutte le sue politiche, manca un aggiornamento della Strategia dell’UE per le persone con disabilità, segnalando un approccio diseguale all’inclusione sociale.

Una delle decisioni più controverse è il ritiro della Direttiva orizzontale sulla parità di trattamento, proposta nel 2008. Questa direttiva mirava a estendere la protezione contro le discriminazioni basate su religione, disabilità, età o orientamento sessuale oltre il contesto lavorativo. Il suo ritiro, motivato dalla mancanza di consenso tra gli Stati membri, rappresenta un passo indietro per le politiche di uguaglianza dell’UE.

Critica al programma di lavoro 2025

A prima vista, il programma di lavoro 2025 sembra bilanciare innovazione economica ed equità sociale. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela un orientamento prevalentemente economico, privo di impegni concreti e vincolanti in materia di politiche sociali. Sebbene la Commissione faccia spesso riferimento alla “competitività” e alla “resilienza delle imprese”, il programma include poche misure legislative a tutela dei lavoratori e della protezione sociale.

A differenza dei mandati precedenti, l’agenda di quest’anno non introduce nuove legislazioni sociali. La Commissione punta piuttosto sulla semplificazione normativa, con sette proposte mirate a razionalizzare i processi piuttosto che a rafforzare i diritti dei lavoratori.

Conclusione: un’agenda focalizzata sulle imprese con deboli impegni sociali

Il programma di lavoro 2025 presenta una visione ambiziosa di un’Europa competitiva e resiliente. Tuttavia, la sua forte enfasi sulla crescita economica, la semplificazione normativa e gli incentivi alle imprese avviene a scapito dei diritti dei lavoratori, del dialogo sociale e delle misure contro le discriminazioni. Sebbene alcune iniziative sociali siano incluse, esse rimangono per lo più non legislative, sollevando preoccupazioni sul futuro del modello sociale europeo.

Questo squilibrio rischia di compromettere l’impegno storico dell’Europa per la protezione sociale e l’inclusività. Se la Commissione intende garantire che il progresso economico benefici tutti i cittadini, dovrà integrare politiche sociali più forti accanto alle sue ambizioni economiche. Senza azioni legislative concrete, il principio fondamentale dell’UE di “non lasciare indietro nessuno” rischia di rimanere una promessa non mantenuta.

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