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Affrontare il lavoro di cura non dichiarato in Europa e colmare le lacune conoscitive

18 Febbraio 2025

Il 18 febbraio 2025, l’EFFE ha organizzato, in collaborazione con gli altri tre partner sociali europei del settore dei servizi alla persona e alle famiglie (PHS) – EFFAT, EFSI e UNI Europa – un webinar online sul tema “Affrontare il lavoro di cura non dichiarato nei servizi alla persona e alle famiglie”. Questo evento si è svolto in un momento cruciale, a causa della mancanza di dati disponibili a livello dell’UE su questa problematica e della confusione che circonda la definizione di lavoro non dichiarato, ostacolando l’adozione di soluzioni efficaci.

In questo contesto, Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, pubblicherà il prossimo marzo un rapporto sul lavoro di cura non dichiarato nell’UE. I partner sociali del settore PHS hanno colto questa opportunità per organizzare il webinar e ascoltare le raccomandazioni dell’agenzia.

L’evento ha riunito quasi 200 partecipanti e relatori provenienti da agenzie nazionali ed europee, nonché da istituzioni dell’UE, dimostrando il forte interesse e impegno per il miglioramento del settore.

Marianna Baggio, ricercatrice in politica sociale presso Eurofound, ha presentato i risultati del rapporto in uscita sul lavoro di cura non dichiarato nell’UE. Lo studio evidenzia l’urgente necessità di una chiara definizione del lavoro di cura non dichiarato, nonché di misure rafforzate per migliorare le condizioni di lavoro. I risultati saranno pubblicati a marzo su questa pagina.

In linea con le raccomandazioni di Eurofound, esperti nazionali hanno condiviso soluzioni efficaci. I rappresentanti dei datori di lavoro e dei sindacati in Belgio, Francia e Italia hanno concordato sull’importanza di rafforzare il sostegno alla formazione, gli incentivi fiscali e i voucher sociali per rendere il lavoro di cura dichiarato più attraente rispetto all’occupazione non dichiarata. Zied Chaker, Responsabile della valutazione delle politiche pubbliche presso l’Osservatorio francese per i lavoratori domestici, ha dichiarato che la politica francese di sostegno all’occupazione diretta attraverso incentivi fiscali ha contribuito a ridurre il costo del lavoro dichiarato rispetto a quello non dichiarato.

I responsabili politici dell’UE hanno discusso soluzioni politiche mirate a livello europeo per affrontare il lavoro non dichiarato e le sue conseguenze sui diritti sociali. L’eurodeputata Idoia Mendia ha sottolineato l’importanza di servizi di assistenza accessibili e convenienti, nonché la necessità di riconoscere il lavoro domestico come una professione a tutti gli effetti. Ha chiesto una definizione chiara del lavoro di cura non dichiarato a livello dell’UE e ha ricordato i progressi ancora da fare in questo settore fortemente femminilizzato.

Kostas Koutsogiannis, esperto presso l’Autorità europea del lavoro (ELA), ha evidenziato il ruolo degli ispettori del lavoro nel garantire che il lavoro di cura rimanga un’occupazione di qualità in tutti gli Stati membri. Davide Colombi, ricercatore presso il Centre for European Policy Studies, ha deplorato il fatto che le persone migranti in situazione irregolare siano spesso costrette a ricorrere al lavoro non dichiarato e ha invitato a migliorare la mobilità in Europa e a dare priorità alla creazione di percorsi legali.

Claire Hobden, specialista del lavoro domestico e di altre forme di lavoro vulnerabili presso l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), ha sottolineato la necessità di sostenere le famiglie nell’accesso a servizi di assistenza di qualità e di riconoscere il lavoro domestico, in particolare quello di cura indiretta, come un settore professionale formale. Ha evidenziato che il dialogo sociale consente ai datori di lavoro domestici di avere una voce in Europa, cosa ancora molto rara in altre parti del mondo.

Infine, Francesco Corti, del gabinetto della vicepresidente esecutiva Roxana Mînzatu, ha sottolineato l’importanza della raccolta di dati sul lavoro non dichiarato e della misurazione del ritorno sugli investimenti nel settore PHS. Ha insistito sull’impegno della Commissione europea a sostenere gli Stati membri nelle loro iniziative per incentivare il settore e sviluppare l’economia della cura.

Tutti i partecipanti hanno condiviso la convinzione che la collaborazione tra tutte le parti interessate sia essenziale per garantire un lavoro equo, migliori diritti e un futuro più solido per questo settore vitale.

EFFE continuerà a lavorare con gli altri tre partner sociali del settore PHS a livello europeo per rafforzare il dialogo sociale e trovare sinergie per combattere il lavoro di cura non dichiarato. EFFE ringrazia tutti i partecipanti per i loro interventi ispiratori e per la loro volontà di collaborare al rafforzamento del settore PHS.

Agenda del webinar

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