I ministri ad interim dei Diritti sociali e dell’Uguaglianza, Ione Belarra e Irene Montero, hanno chiesto all’Unione europea di istituire sistemi sanitari “pubblici, solidi e flessibili” durante l’incontro di alto livello “Trasformazione del modello di cure – Diritto alle cure” tenutosi mercoledì 18 ottobre a Madrid nell’ambito della presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea, al quale EFFE ha potuto partecipare insieme alla Commissione europea e ai rappresentanti degli Stati membri.
L’obiettivo di questo incontro era promuovere una strategia europea per le cure e incoraggiare lo scambio delle politiche pubbliche esistenti nell’UE, mirando a garantire il diritto universale alle cure e a stabilire approcci che aiutino a definire un quadro strategico comune.
“Abbiamo bisogno di orientarci verso sistemi sanitari pubblici solidi e flessibili, che costituiscono senza dubbio la sfida dello stato sociale nel XXI secolo“, ha dichiarato la Ministra Belarra nel suo discorso. Inoltre, ha aggiunto che lavoreranno con gli altri Stati membri su sistemi sanitari pubblici “che sono alla pari con l’istruzione o l’assistenza sanitaria“.
La signora Belarra ha sottolineato che il diritto alle cure “deve essere garantito” e che le attività di assistenza “sono essenziali, non possono essere procrastinate e non possono mai essere interrotte, poiché sono loro che consentono al resto della vita di funzionare“.
Inoltre, ha ricordato che nel 2022 la Commissione europea “ha compiuto un passo senza precedenti” presentando la strategia europea in materia di assistenza, che “ha reso l’assistenza a lungo termine una pietra angolare della riforma del modello sociale europeo“.
Per quanto riguarda, la Ministra Montero ha sottolineato l’importanza di dare priorità al “diritto alle cure e al diritto delle donne di avere tempo per vivere” nelle politiche pubbliche e nelle priorità dello Stato, sia in Europa che in Spagna.
“Abbiamo l’obbligo non solo di raggiungere una distribuzione più equa dei compiti di cura tra uomini e donne, ma soprattutto che lo Stato assuma la sua responsabilità in questi compiti, come abbiamo fatto durante questa legislatura“, ha dichiarato la ministra dell’Uguaglianza.
La signora Montero ha sottolineato che l’indagine nazionale sulle condizioni di lavoro, condotta dall’Istituto nazionale per la sicurezza e la salute sul lavoro (INSST), rivela che le donne dedicano 12 ore e mezza in più alla settimana al lavoro di cura non retribuito rispetto agli uomini.
“Oggi, le donne hanno un’ora e mezza di tempo libero in meno rispetto agli uomini. Pertanto, per esercitare altri diritti, come il diritto alla salute, il diritto alla cultura, il diritto alla partecipazione politica, il diritto al riposo, abbiamo bisogno di tempo, e questo deve essere una priorità per l’Europa“, ha dichiarato la signora Montero.
Questo evento ha permesso di dimostrare la comprensione delle problematiche che attraversano il settore e la volontà della Presidenza spagnola del Consiglio dell’UE di rispondervi. I ministri, così come i vari relatori, hanno sottolineato che le attività di cura soffrono ancora troppo di una scarsa comprensione, essendo spesso relegati come compiti informali e non come lavoro, con forti conseguenze sull’equilibrio della vita, sulla precarietà e sulle condizioni di lavoro.
L’evento è stato interamente osservato attraverso la lente dell’uguaglianza di genere, poiché la garanzia del diritto alle cure garantisce i diritti delle donne, in particolare delle donne migranti. Tuttavia, durante questa conferenza è stato spiegato che gli stereotipi sono persistenti, e socialmente c’è un mandato impartito alle donne per svolgere queste attività di cura.
A titolo di confronto, gli esperti dei vari panel hanno dimostrato che se il lavoro degli assistenti informali venisse integrato nell’economia formale e retribuito, rappresenterebbe circa il 9% del PIL mondiale, pari al settore del turismo.
I ministri e i segretari di stato hanno riconosciuto importanti progressi, come la Convenzione 189 dell’OIL e l’istituzione della strategia europea in materia di cure. Hanno anche sottolineato la necessità di guardare a ciò che avviene al di fuori dell’UE, poiché gli altri continenti condividono la stessa problematica. Hanno citato ad esempio l’Impegno di Buenos Aires adottato durante la XV Conferenza regionale sulle donne in America Latina e nei Caraibi nel 2022, che propone una via verso una società della cura, così come la proposta di un patto bilaterale per le cure tra America Latina e Unione europea elaborata durante un vertice tra capi di stato tenutosi nel luglio 2023, al fine di promuovere la cooperazione nel settore della protezione dei diritti umani, delle politiche pubbliche e dei sistemi di cura tra le due regioni.
I rappresentanti della Presidenza spagnola hanno ricordato che tutte le persone hanno un diritto, non un privilegio, di decidere come, dove e con chi vivere; che tutte le persone in un determinato momento della loro vita devono affrontare la necessità di cure; che attualmente le cure sono un veicolo di disuguaglianza di genere e socioeconomica; e che i sistemi attuali non tengono conto dei desideri e dei bisogni dei beneficiari di queste cure.
Infine, i relatori hanno concordato sul fatto che oltre a un importante investimento sociale per garantire la transizione verso nuovi modelli, è necessario concentrarsi sull’assistenza domiciliare e sul dialogo sociale per rispondere alle debolezze del settore, come la carenza di personale qualificato, la formazione e le condizioni di lavoro.
Convidivere
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