Il ministro ad interim spagnolo per l’Inclusione, la Sicurezza Sociale e le Migrazioni, José Luis Escriva, insieme ad altri partecipanti come il vicepresidente e ministro belga della Salute e degli Affari Sociali, Frank Vandenbroucke, il segretario di Stato al Lavoro e agli Affari Sociali della Germania, Rolf Schmachtenberg, e il direttore generale dell’Occupazione, degli Affari Sociali e dell’Inclusione della Commissione europea, Joost Korte, si sono incontrati ad Aranjuez lunedì 16 ottobre per discutere del futuro delle politiche di inclusione sociale in Europa. La riunione, che si è svolta durante la presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea, ha visto anche la partecipazione di esperti e organizzazioni della società civile, tra cui EFFE, che è stato invitato a partecipare.
Le conclusioni di questa Conferenza sui redditi minimi e sulle politiche di inclusione sociale nel contesto della protezione sociale europea sono state raccolte nella Dichiarazione di Aranjuez, un documento nel quale la presidenza spagnola ribadisce il suo impegno a promuovere e migliorare i sistemi di reddito minimo, integrati da altre politiche di inclusione che ne rafforzino l’efficacia.
La Dichiarazione di Aranjuez sottolinea l’importanza di questi regimi di reddito minimo, che garantiscono una vita dignitosa, per migliorare la coesione sociale nel continente europeo. A tal fine, ribadisce l’impegno a “raddoppiare gli sforzi per contrastare il problema comune della mancanza di copertura (non-ricorso)” in questo tipo di prestazioni, nonché ad integrare il reddito minimo con politiche che favoriscano l’accesso all’occupazione, ma anche, tra le altre cose, all’istruzione, alle competenze, all’assistenza sanitaria, all’assistenza a lungo termine e alla cura dell’infanzia dei suoi beneficiari e a promuovere l’utilizzo dei dati amministrativi sia per la progettazione che per la valutazione delle politiche.
La dichiarazione, letta dal ministro Escrivá, si conclude sottolineando l’importanza dell’investimento sociale non solo come strumento di riduzione della povertà e delle disuguaglianze, ma anche per “i rendimenti che genera attraverso crescita, produttività, occupazione e salari aumentati“.
Nel suo discorso alla Conferenza, il ministro Escrivá ha sottolineato l’importanza che l’investimento sociale sia “ben definito e concettualizzato al fine di creare un quadro rigoroso e basato su prove empiriche per determinare quali investimenti sociali offrono alle imprese rendimenti a medio e lungo termine, in modo che possano beneficiare di un trattamento differenziato nel bilancio europeo“, un’iniziativa sviluppata congiuntamente dalla presidenza spagnola e dalla futura presidenza belga.
Convidivere
Un’Europa sociale che funziona per ogni famiglia